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Exodonzia

Se un dente deve essere tolto perché troppo cariato, o perché il problema gengivale che lo affligge è troppo serio, occorre farlo nel modo più atraumatico possibile, per preservare l’osso e consentire a seguire possibili soluzioni riabilitative.

Exodonzia

L’idea di togliere un dente è sempre traumatica, perché viene giustamente vista come una mutilazione ed una perdita, oltre che essere considerata come intervento invasivo e cruento.

I motivi per cui un dente può essere perso sono diversi.

Un dente può avere una lesione cariosa molto ampia e destruente, che rende il tessuto dentale residuo troppo ridotto per poter consentire una adeguata ricostruzione. Oppure la lesione cariosa può avere coinvolto il pavimento del dente, provocandone una perforazione, o può avere distrutto la parete così tanto sotto gengiva da non consentire più il suo recupero. 

Un dente può fratturarsi per un trauma accidentale diretto, quando anche se sano può rompersi (pensiamo ad esempio al nocciolino dell’oliva!), oppure per un trauma anche di minore entità  subìto da un dente già ampiamente ricostruito ma non protetto da una corona. Anche in questo caso, purtroppo, l’unica possibile soluzione sarà l’avulsione del dente fratturato.

Ma un dente può anche essere perso per ragioni parodontali, per altro la causa attualmente più frequente nel determinare la perdita di denti nel mondo occidentale. In questi casi il paziente fatica a capacitarsi del perché il dentista gli stia togliendo un dente che il paziente giudica “sano”, in quanto non affetto da lesioni cariose. In queste situazioni la malattia parodontale ha completamente distrutto il tessuto di sostegno del dente (in particolare l’osso) per cui il dente stesso si muove, orizzontalmente e/o verticalmente.

La sua mobilità provoca un ulteriore danno alla gengiva, un ulteriore aumento della tasca, e così si crea un circolo vizioso che porta inevitabilmente alla necessità di estrazione. Non togliere per tempo un dente compromesso dal punto di vista parodontale comporta inevitabilmente un importante danno osseo, che può compromettere i denti accanto ed anche rendere poi impossibile una eventuale riabilitazione protesica.

Inoltre, può esistere la necessità di togliere un dente che crea problemi anche se sano. È questo il caso dei denti del giudizio, a volte anche inclusi nell’osso, che con la loro presenza e mal posizione possono causare dolori o danneggiare il dente davanti a loro.

Ma cosa rende davvero importante e delicata l’estrazione del dente?

L’estrazione stessa, che oggi con le tecniche a disposizione dovrebbe essere eseguita in modo atraumatico, rende questo momento il meno invasivo possibile. Una avulsione atraumatica e mininvasiva inoltre danneggerà meno l’osso, consentendo una più veloce guarigione ed un minore dolore post-operatorio. Il mettere delle sostanze apposite nell’alveolo post-estrattivo (come del biomateriale o del collagene) renderà infine più predicibile la guarigione della zona, favorendo una più veloce ricrescita ossea, fondamentale per la preservazione del profilo crestale, indispensabile nel caso si volesse ricorrere in seguito all’implantologia o in caso si dovesse in un futuro portare una protesi totale.

Quando e perché può essere indispensabile togliere un dente.

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