Si occupa di tutti i problemi delle ossa mascellari: presenza di cisti o neoformazioni, difetti ossei che non permettono di posizionare degli impianti o anche semplicemente di avere un adeguato appoggio per una protesi mobile.

Rigenerazione Ossea
Si effettua nei casi in cui l’osso del paziente non risulta sufficiente a permettere il posizionamento di impianti, per ricostruire porzioni di osso distrutto da cisti, dopo estrazioni molto complesse, o nei trattamenti per parodontopatie gravi. Se l’osso ha subito un importante riassorbimento per la mancanza dei denti precedentemente estratti, per motivi congeniti o per effetto di altri trattamenti che ne hanno causato un danno, diviene indispensabile intervenire direttamente sull’osso tramite un processo definito appunto di rigenerazione o di ricostruzione.
I materiali utilizzabili per effettuare una rigenerazione ossea sono molteplici.
Una prima possibilità è quella di effettuare una specie di autotrapianto con l’osso del paziente stesso (autoinnesto di osso autologo): si preleva l’osso da un’altra parte della bocca e lo si innesta nella zona da rigenerare; il processo richiede pertanto due interventi chirurgici separati.
Al posto dell’osso proprio si può scegliere di utilizzare dell’osso umano di provenienza esterna, ma sempre di origine umana (omologo). Questa scelta riduce la durata e l’invasività della seduta chirurgica perché non prevede l’intervento di prelievo, ma espone a qualche rischio aggiuntivo di tipo infettivo o di reazioni immunitarie trattandosi di materiale proveniente da cadavere.
Un’altra possibilità è quella di ricorrere a del materiale da innesto di origine animale (osso eterologo). Tale materiale, irrorato dal sangue del paziente, si fonde con l’osso per le sue caratteristiche osteoconduttive. Tale tipo d’intervento non espone a rischio di rigetto e costituisce una soluzione più semplice. La scelta di osso eterologo (sia esso equino, bovino, suino, etc) espone comunque al rischio di poter sviluppare reazioni immunitarie o infettive, anche se in una percentuale molto bassa. Inoltre questa scelta potrebbe risultare in contrasto con alcune etnie o alcune religioni.

Una ultima opzione è quella di utilizzare del materiale sintetico (alloplastico) cioè del materiale totalmente realizzato in laboratorio. A fronte di una minore efficacia biologica si avrà la garanzia della sua totale sicurezza in termini di infezioni crociate o di allergie.
Spesso vengono poi applicate delle membrane nella zona del difetto osseo in modo tale da rendere più veloce e predicibile la guarigione e la ricrescita dell’osso.
È quindi opportuno e fondamentale che l’operatore spieghi molto chiaramente al paziente quale scelta intende fare e che i costi/benefici siano adeguatamente compresi e condivisi dal paziente stesso.
Infine, oggi è sempre più utilizzata la rigenerazione con l’ausilio di plasma ricco di piastrine (PRP), che per l’alta concentrazione di cellule indifferenziate, aumenta notevolmente l’efficacia di queste tecniche. Il PRP si ottiene prelevando una modesta quantità di sangue venoso del paziente in studio prima dell’intervento. Questo sangue verrà messo in una centrifuga specifica e dopo opportuna separazione verrà utilizzato per miscelare l’osso da innestare e per migliorare la qualità e la velocità di guarigione della ferita con minor sanguinamento e con minore gonfiore post operatorio.

Ricostruzione ossee estese con prelievi da sedi intra o extra-orali
Esistono delle situazioni di deficit osseo in cui le tradizionali tecniche rigenerative sopra descritte non risultano sufficienti.
Questo può essere conseguenza di un grave trauma osseo, di una perdita da molto tempo di diversi elementi dentali, o anche del fatto che il paziente porti una protesi totale da molti anni. Quest’ultima infatti nel tempo può accentuare il riassorbimento osseo a causa dello sfregamento contro l’osso sottostante arrivando a rendere non più portabile la protesi a prescindere dall’utilizzo di paste adesive.
In questi casi una ottima soluzione è l’utilizzo di un blocco di osso fissato all’area da correggere. L’osso autologo rappresenta il gold standard nella chirurgia rigenerativa perché viene riconosciuto immediatamente come proprio dall’organismo ed assume in breve tempo le stesse caratteristiche dell’osso natio.
Tale tecnica aumenta drasticamente la morbilità dell’intervento, dovendo ricorrere ad un prelievo osseo che potrà essere intraorale (dal ramo della mandibola o dalla sinfisi mentoniera) od extraorale (la cresta iliaca o la calvaria cranica), a seconda della quantità di osso necessario a correggere l’atrofia.
