L’antibiotico: siamo certi di conoscerlo bene?

L’antibiotico: siamo certi di conoscerlo bene?

Cari pazienti,
oggi voglio parlarvi degli antibiotici. Un farmaco che sicuramente tutti conoscete, ma forse non così bene come credete in tutte le sue caratteristiche e implicazioni!

Ogni anno vengono consumate dai pazienti italiani circa 600 tonnellate di antibiotici per varie ragioni, come infezioni post chirurgia, polmoniti, cistiti ed otiti, ma anche per problemi che riguardano le gengive. In particolare, nell’ambito odontoiatrico l’uso che se ne fa è molte volte eccessivo e solo in due o tre casi su 10 si segue in modo corretto la prescrizione fatta dal dentista.

Partiamo dal fatto che il problema più grave in assoluto che si sta creando nel mondo è quello dell’antibiotico resistenza: la popolazione mondiale sta diventando resistente agli antibiotici esistenti e si stanno evidenziando ceppi di batteri non più sensibili e quindi che non muoiono con nessuno degli antibiotici attualmente in commercio, e al momento non esistono nuovi antibiotici pronti ad essere immessi sul mercato; la scoperta e l’immissione di un antibiotico richiede molti anni prima che possa essere ultimata.

È un problema di una tale entità che si tema possa causare il ritorno dell’umanità a un’epoca pre-antibiotica. In altre parole, stiamo rischiando una catastrofe mondiale.

E questo lo dice l’ONU, le interviste ai presidenti delle varie nazioni, lo dice il Professor Roberto Martina che è il Direttore dell’Istituto di Microbiologia dell’Università di Milano con il quale ho avuto diverse collaborazioni sull’argomento e lo dice l’International College of Dentists (ICD) che da anni sta svolgendo campagne di sensibilizzazione sull’argomento.

I problemi legati agli antibiotici riguardano poi due aspetti.

Prima di tutto l’errata modalità di assunzione: bisognerebbe capire e ricordare che l’antibiotico va assunto sempre con il dosaggio corretto; quindi se deve essere preso ogni otto ore per sei giorni, bisogna necessariamente prenderlo ogni otto ore per sei giorni. L’antibiotico non è l’antidolorifico o l’antinfiammatorio che si prende al bisogno!

E questa è una cosa che spesso invece i pazienti fanno, interrompendo prima l’assunzione o alterando la posologia, a volte purtroppo con la colpevolezza di colleghi (compresi i medici curanti) non così bravi nella farmacocinetica e che prescrivono in maniera errata l’antibiotico.

A questo si aggiunge il fatto che l’antibiotico è uno dei farmaci più amati dai pazienti, e lo dico per esperienza personale. Tante volte capita che, quando mi trovo davanti a un paziente con un’infiammazione, che io non reputo un’infezione e quindi cerco di gestire tramite antinfiammatorio, sciacqui o altro, mi “scontri” con la richiesta perentoria che venga comunque prescritto l‘antibiotico, come se non prescrivendolo io non mi stessi prendendo adeguatamente cura del problema. Ed invece sto proprio all’opposto proteggendo il paziente da una errata ed inutile terapia che potrebbe alla lunga causargli resistenze. Testimonianza del fatto che c’è proprio una cultura sbagliata basata sul fatto che l’antibiotico serve sempre.

Anche che in ambito non odontoiatrico, spesso si vedono pazienti che hanno solo una banale influenza, ma che nel dubbio prendono l’antibiotico. Gravissimo e sbagliatissimo! L’influenza è data da un virus e l’antibiotico combatte i batteri: quello che ottiene il paziente assumendo un antibiotico non necessario e magari non nella giusta posologia è ancora una volta creare un antibiotico resistenza, che farà sì che quando si avrà realmente bisogno di quella molecola antibiotica il prodotto non funzionerà più.

Voglio quindi sensibilizzare tutti voi pazienti al corretto utilizzo dell’antibiotico: prendetene il meno possibile, solo quando ce n’è davvero bisogno e solo su indicazione del medico, e quando ve lo prescriviamo prendetelo nelle modalità corrette indicate. Fidatevi!

Per qualsiasi dubbio in merito sono come sempre a vostra disposizione.

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