LETTERE DAI MIEI PAZIENTI

LETTERE DAI MIEI PAZIENTI

Qualche tempo fa avevo deciso di condividere con voi una bellissima lettera inviatami dalla Famiglia Leoni – Fossa, potete leggerla qui.

In queste settimane ho avuto il piacere di ricevere nuovi messaggi da alcuni pazienti storici dello Studio: pensieri che mi riempiono di gioia e orgoglio, testimonianza del lavoro svolto in questi 32 anni e del rapporto di fiducia e amicizia che mi lega ai miei pazienti.

Sono molto grato di queste dimostrazioni di stima e affetto, tanto che ho pensato di condividerle con tutti voi.

Ecco le lettere ricevute dalle Famiglia Balestreri-Ferradini (e da poco anche Famiglia Rigamondi), dalla Sig.ra Rosa Degradi e dalla Sig.ra Janine Potherat.

 Di tutto cuore, grazie!

 Rinnovo in questo modo a tutti voi miei pazienti l’invito a scrivermi i vostri messaggi. Un modo per sentirci più vicini!

LETTERA DALLE FAMIGLIA BALESTRERI – FERRADINI E RIGAMONDI

Caro Mauro,

in qualità di tuoi “pazienti storici” [conoscenza primi anni ’90, nonché amicizia che risale a S.Martino di Castrozza nell’estate del lontano 1994 (che risate a tavola!)], condividiamo pienamente il contenuto della lettera della Famiglia Leoni-Fossa, che ha espresso con chiarezza e veridicità le caratteristiche preziose che ti contraddistinguono e che hanno conquistato anche tutti noi (e tanti nostri amici).

È difficile trovare in un’unica persona calore umano, comprensione, abilità e onestà professionale, eppure tu sei una sintesi di tutto questo.

Siamo anche venuti a conoscenza delle tue molteplici attività professionali e non, sulle quali eravamo solo parzialmente informati, accrescendo il nostro sentimento di stima.

Siamo stati fortunati a incontrarti e anche noi vogliamo condividerlo con altri tuoi pazienti.

Ti auguriamo di andare avanti ancora per tanto, tanto tempo, affiancato dal tuo cortese e impareggiabile staff.

Grazie, veramente grazie per averci sempre seguiti con la massima cura.

Con simpatia e amicizia.

Famiglia Balestreri-Ferradini (Fabrizio, Rossana, Cristina, Barbara) (e da poco anche Famiglia Rigamondi)

 

LETTERA DALLA SIG.RA ROSA DEGRADI

Gentile Professor Labanca, 

Colgo l’invito ad esternare l’esperienza presso il suo studio.

Anche per me l’incontro con Lei è iniziato nel lontano 1999, non senza timori e perplessità che scomparvero poi grazie alla professionalità, pazienza e affabilità da lei dimostrate.

Mi sono quindi sentita fiduciosa, pur nella consapevolezza di dover intraprendere un percorso di cure abbastanza impegnativo.

Lei è riuscito in ciò che altri dentisti interpellati allora nemmeno pensavano realizzabile.

Ringrazio quindi di aver potuto risolvere nel migliore dei modi la mia problematica situazione.

Anche le mie figlie continuano con la stessa fiducia a farsi seguire dal suo studio.

Con gratitudine.

Degradi Rosa

 

LETTERA DALLA SIG.RA JANINE POTHERAT

UN’ESPERIENZA ULTRA TRENTENNALE CHE LASCIA SOLO PIACEVOLI RICORDI

Si, può sembrare strano questo titolo, tenuto conto che mi riferisco alle sedute di cure odontoiatriche che mi sono state prestate sull’arco di questo tempo nello studio del prof. Mauro Labanca. Eppure vedere per credere, come direbbe san Tommaso!

Forse la prima volta uno sta un po’ sulle sue, considerato che in astratto uno studio odontoiatrico non è un posto dove si va per divertimento ma per eseguire, come minimo, dei lavori di restauro o peggio ancora di ristrutturazione, per fare un paragone con una casa un po’ malandata. Ma come si varca la soglia dello studio si percepisce immediatamente un ambiente accogliente per via dei tocchi di colori vivaci che interrompono le superfici bianche, ancor prima di sentirsi salutati da Monica con il suo buongiorno squillante ma soprattutto amabile.

La sala d’attesa è da lì a due passi: ambiente raccolto ma non chiuso sicché non ci si sente per niente messi in disparte. E questo è un indizio, (ma ancora è troppo presto per chi viene per la prima volta), di essere entrato in casa di una famiglia.

Perché questa è la realtà: il Prof e la sua squadra, intesa nel senso più ampio possibile, formano una famiglia. Dove, come in una famiglia, ciascuno ha il suo rango, il suo ruolo, le sue responsabilità, ma in un clima di osmosi che poggia sulla professionalità di ciascuno, sul rispetto dell’altro, qualunque sia la sua posizione, tutto questo teso a rendere il miglior servizio al paziente, mettendo sul piatto non solo le proprie competenze professionali ma anche l’empatia verso di lui.

Un gran lavoro di squadra che procede all’unisono, e che necessita di una manutenzione accurata in quanto – lo si percepisce – frequentemente, forse quotidianamente, ci sono momenti di condivisione, forse al di fuori dei momenti di lavoro di squadra o anche durante questi, che sottendono ad una rete di comunicazione tra i diversi attori in modo semplice, diretto, focalizzato a raggiungere lo scopo, ottenendo il miglior risultato per il paziente grazie all’armonia di squadra.

Ne risulta che il paziente, oggetto di attenzioni costanti durante il processo dei lavori (spesso gli viene chiesto: “tutto bene?”, o annunciato “procediamo”, “ancora 2 minuti ed abbiamo finito”), percepisce inconsciamente la coesione di squadra che, sotto la guida del “premier de cordee” raggiunge la vetta senza scosse, interruzioni per riprendere fiato o motti di impazienza o di scontento. E da lì si lascia portare senza accorgersene sino alla fine della seduta.

Prima di lasciare lo studio, lo stesso sarà invitato a soffermarsi dalla signora Monica, qualche volta bionda, qualche volta rossa, ma sempre sorridente e pronta a rendere piacevole anche il momento, solitamente doloroso, di passare alla “cassa”! E se per caso, gli viene in quell’instante in mente che l’aspetta la tediosa incombenza di predisporre una richiesta di rimborso a fronte delle prestazioni ricevute presso qualche ente assicurativo, troverà in lei tutto l’aiuto che gli occorre affinché tutto il dossier sia completo, scrupolosamente ordinato, pronto per la spedizione a chi di dovere.

E così, quando arriva il momento di tornare per la seduta successiva, lei, paziente, vi tornerà senza alcun timore, sapendo che sarà accolto come un ospite in una famiglia.

Janine Potherat

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