COME SI CURA UN DENTE CARIATO?

07 Apr 2018

COME SI CURA UN DENTE CARIATO?

Odontoiatria restaurativa e conservativa

Oggi parleremo delle carie, una delle principali ragioni che spingono il paziente ad andare dal dentista. Partiamo dal motivo di insorgenza della lesione cariosa.

I batteri presenti nella placca (il materiale di accumulo che resta adeso ai denti dopo aver mangiato, spesso anche dopo averli lavati) trasformano gli zuccheri in acidi che possono intaccare prima lo smalto dei denti e poi la dentina, dando luogo a carie dentali, cavità che se non curate possono ingrandirsi fino a distruggere completamente il dente.

La carie inizia dallo smalto, il tessuto duro che ricopre il dente. Fino a quando la lesione cariosa resta confinata nello smalto, il danno pur essendo già presente non provoca generalmente dolore, che quindi non deve essere considerato l’elemento di giudizio da parte del paziente. Quando si ha dolore la carie è già penetrata in profondità, quindi in realtà andrebbe intercettata con i dovuti controlli quando si è ancora in questa fase.

Se in questo stadio non viene curata, la carie progredisce fino a formare una cavità nello smalto, raggiungendo la dentina, tessuto sotto lo smalto, non predisposto per essere esposto all’ambiente esterno, e contenente i tubuli dentinali, che sono dei prolungamenti nervosi che collegano la dentina al nervo del dente. Una lesione che interessa la dentina da segno di se’ con sensibilità termica prima e dolore poi.

Sotto la dentina c’è la polpa, dove si trovano i nervi dentali. Quando la carie raggiunge la polpa si renderà necessaria la devitalizzazione del dente, con la probabile successiva ricostruzione e il suo incapsulamento. Ovviamente non si dovrebbe mai giungere a questa fase,  molto grave e destruente che può provocare danni al dente ed al tessuto circostante portando anche al rischio della estrazione.

L’intervento dell’odontoiatra è quindi necessario il prima possibile: si procederà con un restauro per curare il dente cariato, quando la lesione è ancora superficiale e più facile sarà riportare il dente alla sua integrità senza eccessive conseguenze.

COSA FARE?

Esistono due tipologie di restauri: quelli diretti, che vengono eseguiti direttamente dal dentista sul paziente in una sola seduta (otturazioni), e quelli indiretti, che vengono realizzati in primo luogo da un odontotecnico e in seguito posizionati dal dentista.

Per curare il dente cariato è necessario rimuovere con attenzione dal dente la parte danneggiata dalla carie fino a trovare tessuto sano. La cavità così ottenuta viene disinfettata e il dente viene restaurato con materiale scelto in base alla posizione del dente, alla grandezza, a esigenze estetiche o masticatorie.

A seconda di queste caratteristiche si sceglie quindi la tipologia di intervento necessario e il dente verrà restaurato con un’otturazione, un intarsio, una faccetta o una corona.

I materiali scelti possono essere:

  1. Materiali provvisori

Quando non è possibile concludere il trattamento in una sola fase, si effettua un’otturazione provvisoria della cavità usando materiali che possono essere facilmente asportati, permettendo il completamento della procedura con l’adeguato materiale definitivo in una fase successiva. La composizione di questi materiali è variabile e il periodo di mantenimento deve essere il più breve possibile.

  1. Materiali metallici (oro ed amalgama)

I materiali metallici sviluppati in passato per le otturazioni definitive in odontoiatria sono stati l’oro e l’amalgama d’argento. Entrambi questi materiali vengono qui descritti  per motivo di completezza, ma risultano obsoleti ed il loro utilizzo risulta oggi assolutamente anacronistico.

L’oro ha caratteristiche di biocompatibilità e precisione che lo rendono insuperabile rispetto ad altri metalli. Gli intarsi in oro sono da preferire quando, in presenza di cavità molto estese, la quantità di smalto residuo non è sufficiente ad assicurare una buona adesione e una buona resistenza ai carichi masticatori. La duttilità dell’oro assicura un perfetto sigillo marginale e un risultato a lungo termine superiore a ogni altro tipo di restauro protesico di altra natura. A fronte di tutto ciò viene sicuramente penalizzato l’aspetto estetico, per cui questa soluzione può essere presa in considerazione qualora il restauro non risulti particolarmente visibile.

L’amalgama d’argento è stato il materiale maggiormente e più a lungo utilizzato negli anni per l’odontoiatria restaurativa.  La sua resistenza alle forze masticatorie ed alla abrasione, oltre alla grande economicità del materiale stesso, lo rendeva il materiale di elezione. L’amalgama, per il suo importante contenuto di mercurio è stata negli ultimi anni fortemente demonizzata, a volte a ragione ma non sempre in modo razionale e motivato.  Poiché oggi esistono materiali più biocompatibili e meno allergizzanti, altrettanto performanti, meno pericolosi, più estetici ed altrettanto affidabili l’amalgama dovrebbe essere considerato un materiale appartenente alla storia e non più da proporre ai pazienti.

  1. Materiali compositi

Diversi sono i vantaggi offerti dai nuovi materiali compositi, oltre all’evidente migliore risultato estetico.

Un aspetto molto importante è senza dubbio una minore preparazione della cavità con il vantaggio di preservare più tessuto sano e la possibilità di rinforzo della struttura dentale residua. Infatti grazie all’utilizzo di appositi adesivi, l’otturazione viene mantenuta in situ grazie ad una ritenzione chimica, e non meccanica (per “incastro”) come invece avveniva per le ricostruzioni in metallo. Questo significa che mentre con le otturazioni in amalgama si doveva preparare la cavità del dente in modo ritentivo, e quindi togliendo più tessuto dentale di quanto fosse necessario, l’utilizzo di resine composite e della tecnica di “bonding” permette all’operatore di rimuovere solo il tessuto realmente danneggiato, senza sovra estendere la preparazione e quindi risparmiando tessuto dentale sano.

 Quando la superficie del dente da ricostruire è molto ampia oppure si deve migliorarne la forma e il colore (es. incisivi) si utilizzano degli “intarsi” o “faccette” in materiale composito realizzati con tecnica indiretta: tramite un modello in gesso, ricavato da un’impronta delle arcate dentarie, l’odontotecnico prepara il restauro in composito che verrà posizionato in bocca al paziente fissandolo con cementi particolari.

I materiali estetici più moderni  sono i più diffusi nella moderna odontoiatria conservativa. Grazie alle loro proprietà chimico-fisiche affidabili nel tempo rendono stabili i restauri estetici anche nei settori posteriori. Sono infatti altamente resistenti al carico masticatorio, radiopachi, con caratteristiche elastiche simili alla dentina e un comportamento all’usura paragonabile a smalto e amalgama.

Ricordiamo che un dente cariato non può guarire da solo, ma solo peggiorare: ecco perché la prevenzione e la cura sono così importanti!

Come sempre, la prima regola è la prevenzione: un’attenta igiene orale, controlli periodici e pulizie professionali in studio sono fondamentali per la salute della propria bocca. Perché prevenire è sempre meglio che curare!

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